Museo Del Disegno: Incontro con Salvatore e Giuseppe Romano

Arte: tra mitologia e sogni, esposti disegni a china di Romano

 

Con tecnica dei puntini si disvela nel mistero del bianco e nero

PALERMO

(di Giovanni Franco) (ANSA) – PALERMO, 6 SET – Racconta storie fantastiche tra mitologia e sogni domestici, tra passioni improvvise e sconforti. Con la tecnica dei puntini realizza straordinari disegni a china che evocano dimensioni oniriche. E’ questa la cifra di Salvatore Romano, 57 anni, palermitano, che torna dopo 35 anni ad esporre nella sua città natale. Si inaugurerà venerdì prossimo alle ore 18 al museo del disegno, una mostra di 30 disegni a china inediti a cura di Nicolò D’Alessandro. “Instancabile disegnatore questo artista introverso, anima solitaria e malinconica, dipana, in questa breve rassegna di disegni di piccolo formato, un lungo tormentato diario autobiografico dove proietta fantasmi e desideri – scrive D’Alessandro –

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Speranze deluse e progetti”. “La tecnica dei puntini, molto usata dai bravi acquafortisti del Cinquecento e del Seicento in Europa, nel tempo è stata sempre meno praticata, sino quasi a scomparire. Sono davvero pochi, in Italia, gli artisti contemporanei che lavorano a china utilizzando soltanto i puntini, che affidano la loro vicenda artistica al disegno. – prosegue – Questa tecnica, per i non addetti ai lavori, presuppone una notevole capacità di concentrazione, una mano sicura e una esemplare pazienza. Doti queste che certamente caratterizzano il lavoro di questo solitario e inquieto artista”. “Per una lettura che non si soffermi soltanto al risultato o alla qualità evocativa dell’immagine come riflessione condivisa, credo possa essere utile ricordare che il più semplice degli elementi su cui si basa il linguaggio visivo è il punto. – prosegue D’Alessandro – È la traccia lasciata su una superficie quando vi si appoggia uno strumento (matita, penna, pennello, ecc.) e dalla pressione della mano che ne determina la grandezza. Il primo gesto che ognuno di noi, accostandosi ad una superficie, compie. Il primo contatto della matita o della penna o di qualsivoglia strumento su un piano. Penso alla mano di un bimbo che, al contatto, attratto dal bianco della carta scopre la minuscola traccia del punto; comincia a tracciare i punti che si addensano, si rarefanno, vengono disposti liberamente, si allineano in una traccia continua, diventano linee, diventano libera forma, scrittura, ma sono anche il piacere della sorpresa e la consapevolezza di poter comunicare”. Per collocare Romano in un sistema artistico, D’Alessandro sostiene di “riferirsi ad alcuni pittori francesi come George Seurat e Paul Signac. Molti altri, che alla fine dell’800, dipingevano, con atteggiamento scientifico, aderirono al Pointillisme, scomponendo con piccolissime pennellate i colori nei suoi componenti, dipingevano i loro quadri. La tecnica adottata metteva in pratica le scoperte sulla percezione visiva e sulle teorie del colore e tale metodo usato necessita di un’elevatissima precisione. Per queste ragioni, vennero definiti ‘Puntinisti’. Salvatore Romano che rinunzia al colore e si affida al mistero del bianco e nero, disvela la forma e costruisce il senso del suo racconto”. La mostra è visitabile dal 9 al 24 settembre in via Mogia, 8. Romano dopo aver conseguito il diploma dell’Accademia si è trasferito a Firenze dove vive e opera da quaranta anni. Ha partecipato per invito a numerose mostre collettive, tenuto mostre Personali. Numerosi sono i quotidiani, le pubblicazioni su libri e le riviste specializzate che si sono occupati del suo lavoro. Ha pubblicato alcuni racconti illustrati da suoi disegni. Venerdì alle ore 20 seguirà l’incontro con lo scrittore Giuseppe Romano autore del romanzo Come una Carezza (edizioni Arianna) con la prefazione di Leoluca Orlando. Interverranno Piero Carbone, Salvatore Ferlito e Nicola Romano. (ANSA).

L’Arte di una Siciliana a Londra:Rosy Occhipinti

La Sicilia terra mediterranea offre sempre spunti, questo succede forse perché a parte la natura, la Sicilia offre poco, o quasi nulla, alle sue menti giovani. Questo mistero è qualcosa che è fissato nel nostro Dna forse per il fatto che i siciliani hanno un flusso rosso pieno di diversità, grazie al fatto che la Sicilia è stata sempre terra di conquista.

Adesso un’amica a Londra si sta facendo valere per le sue arti grafiche, basti pensare al coraggio di intraprendere un viaggio lontano dai propri affetti per poter crescere con nuove esperienze e nuove opportunità, lontano dall’immobilismo trapanese.

 

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Rosalinda (Rosy) Occhipinti è nata ad Erice (Trapani) nel dicembre 1989. Si è diplomata a Trapani al liceo classico Ximenes.


Ha partecipato al concorso nazionale “Giacomo Leopardi” indetto per gli studenti delle scuole medie superiori, presentando una tesi sull’attualità del pensiero poetico di Giacomo Leopardi ed ha vinto il primo premio nazionale.


Successivamente ha frequentato a Pisa la facoltà di lettere e filosofia ad indirizzo artistico, dove ha conseguito la laurea con 110 e lode sostenendo una tesi su “….i mezzi di trasporto nella cinematografia di Fellini……”.


Subito dopo si è iscritta a Roma Unitre dove ha frequentato la biennale conseguendo anche lì 110 e lode con una tesi su “Michelangelo Antonioni e le arti”.


Mentre frequentava l’Unitre a Roma è stata ammessa ad ASTRE, corso di alta specializzazione che ha definito con delle tesi su argomenti interdisciplinari.


A Pisa aveva frequentato un corso di vignettistica caricaturale ed a Roma un corso di sceneggiatura cinematografica.


Ha studiato anche fotografia e da tempo persegue degli intenti artistici, sia in campo fotografico che in quello grafico.


Ha scritto circa 70 articoli su arte, cinema e letteratura su dei blog e su giornali informatici.


Ha pubblicato delle poesie in delle raccolte fra cui quella dedicata alla memoria dello scrittore e poeta Nat Scammacca “….Erice e Nat….” e quella dedicata a Mario Luzi “….Enciclopedia di Poesia Contemporanea….”Vol.V 2014.


A Trapani ha partecipato a collettive di fotografi e così pure a Palermo presso la Realfonderia presentando due tele fotografiche astratte nell’ambito della mostra …. “…profili di donne…” insieme a pittori ed a fotografi.


A Londra perfezina la conoscenza della lingua inglese presso la White Chapel school of Englisch ed in questo ambito culturale è stata invitata a presentare una mostra personale grafica e fotografica nei giorni 15,16 e 17 luglio 2016;in questa sede presenta numerose opere grafiche e fotografie realizzate a Londra e in Sicilia.


Le foto sono prevalentemente astratte e le immagini grafiche sono rivelatrici di un temperamento critico e di una sensibilità sociale e di grande estro creativo espressionisti

Mostra del Disegno Contemporaneo di Piccolo Formato a cura di Nicolò D’Alessandro

La dissoccupazione è pari al 22,50 per cento e tra i giovani il 60 per cento è senza lavoro. Nella Città hanno chiuso quasi tutte le gallerie d’arte, molte si apprestano a farlo. Alcune resistono con grandi sacrifici sostenuti solo e soltanto dalla passione. Il pubblico in tale clima è disorientato, passivo e indifferente. Questa mostra ci permette di fare qualche riflessione sul valore di un mezzo molto spesso trascurato.Catalogo quadrato_Layout 1(ridotto)_008

La rivoluzione telematica, estranea all’arte, ha svecchiato il linguaggio non certamente l’arte delle nuove ultime generazioni o il sistema dell’arte sostenuto dall’ economia. Con questo privato tentativo, una mostra di disegni, cerco di riportare il senso della sua pratica nei giusti territori. Cerco di instaurare il sospetto ai consumatori, spesso passivi ed inconsapevoli del  contemporaneo, che il disegno è fondamentale nell’arte. Provocare, se pur in maniera marginale e non certamente esaustiva, l’incontro tra l’immaginario collettivo e la memoria della prima forma virtuale dell’uomo che da sempre ha comunicato, comunica e ha reso visibili i pensieri astratti in immagini disegnate. Ho la certezza che la contemporaneità, luogo definitivo della decadenza, progetta visibilmente soltanto il passato, poiché si nutre di passato. Non vuole e non può profetizzare alcun futuro. L’arte non è più in grado di immaginare ciò che verrà. Soltanto la scienza e la tecnologia sono in grado di leggere i percorsi che portano ai nostri futuri destini umani. Senza assumere una posizione disfattista, nonostante tutto, il ruolo dell’arte è non soltanto fondamentale ma indispensabile. Avverto il senso di inadeguatezza di fronte ai cambiamenti epocali che mettono in discussione il “senso” di ogni scelta. Ci confrontiamo con il tempo, con la contemporaneità. Navighiamo a vista in un panorama devastante e devastato, in un tempo artistico disomogeneo che deve fare i conti quotidianamente con il tempo del mondo.  Tutto accade, come in un       Catalogo quadrato_Layout 1(ridotto)_040
cortocircuito, tra finzione, velocità e realtà. Molto spesso ci domandiamo se tutto ciò che viviamo, ciò che vediamo enfatizzato, gridato attorno a noi, accade davvero. L’inconcepibile, l’insostenibile, nell’intero pianeta coabitano tranquillamente, con le necessità individuali dell’uomo, con le sue speranze. Con la voglia istintiva di appartenere positivamente alla vita, all’umanità, condividerne bisogni, dolori e gioie. Esistono delle sacche di resistenza individuale? Forse si. Voglio sperarlo con tutta la mia forza.

Osservando questi disegni di piccolo formato, alcuni artisti si  esprimono con una “resistenza delicata” agli attacchi di un sistema dell’arte che sempre più modifica la nostra identità, che non necessariamente esprime valori condivisi ma conferma una inarrestabile decadenza, la precarietà di un pensiero sempre più flebile e inconsistente.

In questa occasione trentotto artisti senza differenza generazionale, invitati su Facebook, coabitano con diversificate espressività, sensibilità, speranze sottaciute nella comune volontà di forzare il grande vuoto comunicativo con l’attraversamento del passato, con il teCatalogo quadrato_Layout 1(ridotto)_017ntativo di comunicare se stessi, la voglia identitaria di vivere e di sopravvivere nella umana speranza di perennità e di continuità. Alcuni lo fanno attraverso la pratica disegnativa che tiene conto delle “regole” compositive. Alcuni recuperano tracce di memoria di un mondo ormai scomparso  dove ogni cosa sembra essere incomprensibile. Dove il senso dello spaesamento, dell’inquietudine diventa visibile. Altri ancora con il fumetto, l’ironia, la fiction, gli ex libris raccontano con chiarezza le loro scelte este- tiche ed esistenziali. Alcuni artisti, con segni enfatici, tentano di forzare i luoghi della poesia e del sogno. Qualcuno con atteggiamento ludico, contemplativo, tra nostalgia e ricordo, disegna il proprio destino. Per quel che mi riguarda, il disegno è la mia casa. Mi piacerebbe diventasse una casa comune molto grande.Catalogo quadrato_Layout 1(ridotto)_009

Palermo, ottobre 2015

In ordine alfabetico gli artisti partecipanti alla I Edizione della Mostra del Disegno Contemporaneo di Piccolo Formato:

Giuseppe Agozzino (Agrigento)
“Cave Canem”, matita e tecnica mista su tavola, 2015

Gianni Allegra (Palermo)
“Partita infinita”, china su carta, 2015

Rosario Amato (Carini, Palermo)
“Prova di matita in blu”, pastello su carta, 2015

Giorgio Aprile, (Palermo)
“Ritratto”, biro blu su carta, 2015

Dario Balletta (Palermo)
“Òsamir dove sei?” II, mista e penna a sfera su carta da parato, 2015

Agnese Brusca (Priverno, Latina)
“senza titolo”, incisione, 2015

Ilaria Caputo (Palermo)
“Antica civetta”, china su carta antica, 2015

Sandro Chinellato (Conegliano, Mogliano Veneto)
“Il Molinetto Solitario”, acquaforte-puntasecca, 2015

Liliana Conti Cammarata (Palermo)
“Alberi”, china e china diluita su cartoncino, 2015

Luca Crivello (Bagheria, Palermo)
“Senza titolo”, matita e pietra nera su carta preparata, 2015

Nicolò D’Alessandro (Palermo)
“Torretta di Babele”, grafite su carta antica, 2015

Patrizio Di Sciullo (Roma)
“Il principio maschile incontra il principio femminile”,
inchiostro su carta, 2015

Fabio Dotta (Trieste)
“Ex libris-Milano Expo, 2015”, acquaforte su rame, 2015

Leonida Franco (5 anni) (Palermo)
“Senza titolo”, matita su carta, 2015
Carla Horat (Basilea)
“Senza titolo”, matita su cartoncino, 2015

Edo Janich (Valvasone, Udine)
“Senza titolo”, acquaforte su rame, 1994

Antonino Liberto (Palermo)
“Donna di spalle”, matita su cartoncino, 2015

Beppe Madaudo (Palermo)
“Leopardi”, grafite su carta, 2015

Sergio Mammina (Monreale, Palermo)
“PIN Guino inguaiato”, mista e biro su carta Fabriano, 2015

Gino Merlina (Petralia Soprana)
“Torre di Babele, puntasecca, 2015

Carmelo Micalizzi, (Catania)
“un diavolo per capello”, penna su cartoncino, 2015

Sara Morghese (Erice, Trapani)
“tre Dee di Sicilia”, grafite su cartone, 2015

Giorgio Negri (Palermo)
“My Last Slave”, carboncino su carta, 2015

Vincenzo Ognibene (Termini Imerese, Palermo)
“Il guaito del cane”, mista e matita su cartoncino, 2015

Franco Panella (Monreale, Palermo)
“Dialogo/Uccelli di Carta”, pastello su cartoncino, 2015

Gabriella Patti (Palermo)
“L’Isola sospesa”, matita su carta, agosto 2014-agosto 2015

Antonella Pomara (Palermo)
“Fischiando e ballando”, china e china colorata, 2015

Giovanni Proietto (Realmonte, Agrigento)
“Nel giardino dei limoni” (piccolo disegno)
Grafite su carta paglia, 2015

Gianni Provenzano (Agrigento)
“Senza titolo”, matita e carboncino, 2015

Simone Provenzano (Agrigento)
“Senza titolo”, matita e carboncino, 2015

Mariella Ramondo (Palermo)
“Sopravvivenza”, acquaforte su zinco, 2008

Gery Scalzo (Palermo)
“Paesaggio”, matita su carta, 2015

Rosaria Scotto (Gragnano, Napoli)
“Nei tuoi silenzi”, bulino su rame, 2015

Simone Stuto (Racalmuto, Agrigento)
“Senza titolo”, acquaforte su zinco, 2015

Giovanni Timpani (Napoli)
“Senza titolo”, china su carta, 2015

Valeria Troja (Bagno a Ripoli, Firenze)
“Senza titolo”, grafite su carta, 2015

Accursio Truncali (Palermo)
“Teste panormite”, china su carta, 2015

Pietro Vaccarello (Palermo)
“Senza titolo”, carboncino su carta, 2015

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Pizzolungo: Ludi di Enea 20.09.2015

Presso L’Hotel Tirreno a Pizzolungo  si è tenuta ieri sera la serata conclusiva  dei Ludi di Enea,  fra l’altro una piccola esposizione  di quadri sia su tela che tavola di artisti Trapanesi. Nel contesto dell’esposizione di quadri anche la presenza un’artista con sculture  in marmo, fra queste a mio avviso spiccava un piatto  creato da un blocco di andesite rappresentante dei pesci in rilievo. Ma veniamo alle pitture, da osservatore esterno e disinteressato, anche se debbo ammette era presente un’opera dell’amico Massimo, ho visto degli stili  che  fanno parte delle mie visioni culturali, ma  fra questi a perte l’opera  che ha vinto,  ci sono altre due opere che avrebbero dovuto avere quantomeno delle menzioni. Senza titolo-6L’opera di questo maratoneta spiccava per uno stile  diverso rispetto alle figure statiche delle restanti opere  che con il tratteggio di una  figura  umana in uno sfondo  di astrattismo era un’immagine diversa  dalle altre. La terza era puramente astratta  quasi identificandosi con la teoria del multi verso della  teoria quantistica, con la rappresentazione di quel tunnel multicolore, Senza titolo-5che certo  era fuori tema,  nel contesto delle altre tavole ma che si distingueva come visione del sub coscio . Andiamo ora all’opera di Massimo Occhipinti, concordo in pieno con il pensiero del giuria che l’ha proposta come 1° Classificata ma avrei aggiunto quello che  mi ha colpito di questa tavola. Oltre al colore intenso dello sfondo nel quale si nota il mare con il suo moto ondoso. Una tavola  questa  con uno stato di moto nei particolari insito per la rappresentazione dei ludi Virgiliani come  storicamente concepiti. Quello che a mio avviso non è stato detto è  ha dei tratti quasi bizantineggianti  dato dalle figure rappresentate con tratti leggermente squadrate ed essenziali  e  nella scelta dei colori tipiche di quel periodo .

Opera di Massimo Occhipinti

Opera di Massimo Occhipinti

Massimo Occhipinti con il Sindaco di Erice G. Tranchida e la Pres. dell'associzione organizzatrice

Massimo Occhipinti con il Sindaco di Erice G. Tranchida e la Pres. dell’associzione organizzatrice

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Settimo premio di Narrativa di Castellammare a Carmelo Pirrera

Settimo premio di Narrativa di Castellammare a Carmelo Pirrera

Giuria: G. Santangelo, F. Hoefer, S. P. Oe Nola, P. Allegra, N. Pino, V. Santangelo

La commissione ha voluto affidarmi l’incarico di una breve relazione sui suoi lavori del VII concorso nazionale di narrativa. E’ per me motivo di onore non disgiunto a quello della gioia di parlare di una manifestazione ormai affermatasi a Castellammare e della quale già in precedenza molti membri della commissione abbiamo seguito l’iter. Siamo qui per dare una tangibile testimonianza di adesione ad alcuni va lori di civiltà e di vita che nella nostra assai discussa età consumistica ribadiamo con rinnovate prospettive e con impegno rinnovato perché la civiltà non soccomba alla barbarie logorante della quotidiana insidia che travisa le cose e mina il codice della comunicazione tra gli uomini mistificandone i significati e limando la carica umana del colloquio. Ebbene il consenso che da ogni parte d’Italia è venuto a questo concorso con la larga partecipazione dei concorrenti ci invita a meditare sulla validità della poesia e della letteratura nella nostra età appesantita di rinunzie ma anche ricca di speranze. I temi vari di ordine socio-culturale e umano, di pubblico interesse o di privata ed individuale tensione; il linguaggio realistico di alcune composizioni o fantastico allegorico di altre ci spingono a fare delle considerazioni sul dibattito culturale odierno intorno alla letteratura. Il discorso sulla poesia, sulla letteratura e sull’arte, oggi assai articolato, è più vivo di quanto non paia, e ogni volta che esce dai luoghi della sacralità riconosciuta si carica di un tale umano rigore da apparire di insostituibile interesse. C’è chi parla di un concrescere della poesia con la scienza nel senso che questa offre a quella temi e spunti che si traducono in tensioni alla ricerca di una dimensione nuova dell’ uomo; c’è chi risolve (e sono queste le più giovani generazioni volte allo sperimentalismo) la poesia e la letteratura nell’ambito della comunicazione, esse stesse mezzi di comunicazione la cui gestione spetta agli intellettuali modernamente intesi come espressione di una realtà socio-culturale, e dunque vigili nell’indagare la realtà che li circonda ma altrettanto convinti operatori di trasformazioni impegnati a denunciare i limiti della realtà contemporanea e a proporre un iter che l’uomo potrà percorrere con più pensosa coscienza della propria funzione nel cosmo. Da qui allora la scoperta che la pregnante poesia dei miti e la letteratura della comunicazione attraverso immagine poetiche, tende ad insegnare che l’uomo non è il re dell’universo ma nella natura egli vive coprendo un suo ruolo se volete anche diverso, più elevato qualitativamente, ma non per questo esclusivo, in armonia con i ruoli ricoperti da tutte le altre cose del cosmo. Da qui la proposta d’ una letteratura impegnata che non può vivere nel suo «hortus conclusus», neutrale e indifferente alle angosce, alle ansie, alle sofferenze, all’ingiustizia del mondo. Da qui la ricerca di un nuovo umanesimo che ‘ oggi la letteratura si propone tendendo l’orecchio al le esperienze culturali e poetiche mondiali, dai paesi sopra sviluppati a quelli in via di sviluppo, per coglie¬re non solo il senso della diversità ma forse più propriamente i punti di incontro nella tematica sociale, politica umana, individuale e collettiva su cui oggi la poesia saggia la sua validità e perfino le ragioni della sua sopravvivenza. E’ questa la via che la letteratura tralci verso superare il vecchio umanesimo valido per tanti secoli, pur con i suoi limiti, quell’umanesimo, formale secondo un motivato giudizio di uno dei più grandi scrittori contemporanei Aimè Césaire, che ai motivi della poesia europea aggiunge le tematiche le forme e i toni d’una cultura inquietante e spregiudicata quale è quella del mondo africano. Questo VII concorso dì narrativa ci ha dato occasione di ribadire tali tesi e di porre ipotesi di lavoro su cui gli uomini di cultura oggi discutono. Se si dà una breve scorsa ai lavori più significativi presentati al concorso ci si accorge immediatamente che i motivi predominanti so¬no due, l’uno di ordine sociale, nel senso più largo in cui rientrano le prese della posizione individuale nei confronti di una realtà in movimento che non conosce ancora i suoi sbocchi, e l’altro di un ripiegamento del soggetto nell’ambito dei suoi sentimenti e delle sue memorie nel piccolo e gran I de ambiente delle proprie esperienze per fare talvolta di una tematica regionale un motivo di più largo interesse. Quasi tutti i lavori anche in meno originali sono condotti in un linguaggio scevro da sofisticazioni e solo raramente si cade nel cerebralismo ; si giunge talvolta perfino ad uno stile volutamente quotidiano senza per questo essere dimesso. Certamente non di tutti i 128 lavori si può dare un giudizio senza riserva; ma il fatto che in genere siano stati banditi i trionfalismi di maniera e i discorsi edificanti è indice che a tutti i livelli di cultura e di scrittura in modo nuovo senza la pretesa di palingenesi anacronistiche. E’ questo senza dubbio un indizio ma anche una speranza. Veniamo ora ad un più puntuale resoconto del lavoro della commissione che è stata presieduta con larghezza di vedute e con indiscutibile competenza del prof. Giorgio Santangelo. I vari membri della commissione si sono messi al lavoro nella seconda meta di luglio, vagliando i 128 racconti pervenuti da ogni parte d’Italia e qualcuno dall’estero. I commissari si sono tenuti costantemente in contatto tra di loro, cercando di sfruttare i tempi stretti in cui sono stati costretti a lavorare. Nella riunione del 22 agosto avvenuta nella villa del prof. Giorgio Santangelo, al quale erano già pervenute le indicazioni dei due commissari assenti perché all’estero, S. P. De Nola e Fe¬derico Hoefer. Dopo un approfondito scambio di idee, la commissione ha formato una rosa di quindici finalisti tra i quali sarebbero stati scelti i due vincitori. Alla fine della riunione è stato emesso un comunicato dato alla stampa. I quindici finalisti degni tutti di molta attenzione, rappresentano varie regioni d’Italia e persino la Jugoslavia. Rina Altomare di Roma: Flavio Bertelli di Ferrara; Nonuccio Anseimo di Palermo; Bernardino Giuliana di Caltanissetta; Giovanni Moretti di Perugia; Virgilio Mori di Firenze; Antonio Satta di Sassari; Gianni Boari di Roma; Lucia Guiso Caggiari di Nuoro; Carmelo Pirrera di Palermo; Elvezio Petix di Palermo; Nat Scammacca di Trapani; Lucifero Martini di Firenze; Nives Ongaro di Trieste; Luigi Maggiore di Roma. Nel racconto di alcuni di questi autori (Margione, Al tornare, Moretti, Martini, Nives Ongaro, Scammacca) la struttura poggia su un richiamo di memorie alle quali si innestano emozioni nate da fatti realmente vissuti ed espressi con una ben dosata carica sentimentale in un linguaggio senza pausa e bene articolato nei vari momenti. In altri ( Boari, Martinez) si rivede attraverso la propria vicenda l’iter di una generazione descritto senza ostentazione sino al limite di un apparente cromatismo voluto cui non manca il tratto vivificante. In altri ancora (Satta, Giuliana, Petix) con leggerezza di scrittura è trattato un bozzetto di vita paesana in una precisa situazione socio-economica, o in un ambiente ricco di caratteristiche peculiari. Inoltre infine (Anseimo, Bertel li) emergono motivi di apprezzabile resa drammatica o si snoda tutta una favola in chiave satirico – allusivo di approfondimento sociale; su tutti insomma, con le dovute differenze ovviamente di stile e qualche volta anche di qualità, la forza della rappresentazione si unisce ad un adeguato tempo narrativo. I commissari nei giorni successivi al 22 agosto hanno espresso il loro voto per lettera sicché il 30 dello stesso mese è stato possibile prescegliere i nomi dei due vincitori: Carmelo Pirrera con il racconto «L’Orologio» 1° classificato con la seguente motivazione: «Si tratta della vicenda spirituale e reale di un emigrato dal nostro Sud all’estero, alla cui memoria a traiti ritorna come fatto ovvio il ricordo della propria Terra e al quale giunge la notizia della morte del padre. La notte insonne e vagabonda prima del ritorno, il ritorno al paese natale, il possesso dell’eredità consistente in un orologio con la sua carica simbolica e la nuova partenza sono i punti focali attraverso i quali si guarda ad una realtà più vasta e ad un mondo turbato. Una tematica pre¬gnante di contemporaneità proposta con un discorso articolato di memoria e di vita». Lucia Guiso Caggiari con «Fiamme sul monte» secondo premio con la seguente motivazione: «Il racconto è ambientato in Sardegna nel mondo dei pastori. L’ insidia del fuoco, l’affetto del padre, la difesa del gregge sono i pilastri fondamentali su cui poggia la narrazione. La difesa del gregge a costo della vita la speranza che l’indomani esso possa essere ritrovato indenne dal figlio danno una degna conclusione al racconto; il racconto esprime dunque una condizione sentimentale ben precisa nata da un ambiente socio – culturale in cui la vicenda narrata trova una sua piena giustificazione». La Commissione si rammarica di non avere la possibilità di assegnare altri premi, per cui si limita a segnalare per una loro validità che li pone su piano di particolare accettabilità, Nonuccio Anselmo per la novella «L’uomo e il tamburo». Nives Ongaro per la novella «Tre momenti con mio padre», Nat Scammacca per la novella <<Una stanza rosa rossa nel corridoi>>o. Sento ora il bisogno di esprimere un augurio e di nutrire una speranza che con il potenziamento di questo premio di narrativa, Castellammare per quel che può e come potrà, lavori dal Sud per il Sud ma anche per gli altri.

Vincenzo Santangelo