Odissea

Tratterò l’importantissima questione se a scrivere l’Odissea sia stata una trapanese; l’ipotesi, certamente, è affascinante soprattutto perchè Samuel Butler, per primo, e Robert Graves dopo, concordano nell’attribuire la maternità dell’opera a una giovane donna, Nausicaa di Scheria, la protagonista stessa dell’opera più grande di tutti i tempi.
Devo subito premettere che, pur accettando quasi tutta la spiegazione topografica del poema secondo la tesi di Butler, condiziono in parte, forse per il mio maschilismo, il fatto che una donna sola, senza l’aiuto di un marinaio trapanese, abbia potuto cimentarsi in così grande Impresa.
Poche settimane fa, prendendo in mano il libro Geografia di Strabone, ho notato che questi, anche criticando gli scrittori del mondo classico greco che prima di lui si sono interessati dei possibili approdi di Odisseo definendo il poema “una serie di veleggiamenti e approdi avven­turosi intorno alla Sicilia” (libro I p. 52), porta all’attenzione di quanti si interessano della questione, che in un primo tempo l’Odissea era stata considerata un’opera che descriveva un viaggio intorno alla Sicilia.
Quanto sto dicendo è una ulteriore prova che Samuel Butler era uno degli scrittori più prepa­rati del secolo scorso e che non stava inventando niente di sana pianta quando, dopo aver consultato con l’aiuto delle carte marittime britanniche i luoghi geografici di tutto il mondo greco dell’Egeo e dell’Ionio, dava per scontato che gli approdi di Odisseo così come sono descritti nell’Odissea, potevano essere riconosciuti solo sulla costa delle Sicilia Occidentale e precisamente nel trapanese.
E qui mi piace riportare subito i versi dell’Odissea su cui Butler impernia inizialmente il suo ragionamento; “Itaca (giace bassa), sta all’orizzzonte la più alta sul mare di Ovest mentre le altre isole, Dulichio, Same, e Zacinto, rimangono lontane da essa verso l’Est”.
Egli colloca, in tal modo, sia Scheria che ltaca ad ovest del mondo greco, ma chiarendo che per raggiungere ltaca, partendo da Scheria, si doveva ancora veleggiare verso Est. (*)
La chiave per interpretare storicamente e topo graficamente l’Odissea sta proprio in questo avvertimento che l’autore/autrice dell’Odissea dà al lettore e che Samuel Butler ha saputo coraggiosamente cogliere, al contrario di tanti altri studiosi dell’Odissea che reputano tale descrizione un errore. lo, personalmente, sono d’accordo con Samuel Butler sul fatto che l’autore/autrice dell’Odissea sa perfettamente ciò che vuole dire.
Un altro grecista neozelandese e studioso dell’Odissea (ha dedicato vent’anni della sua vita allo studio di quest’opera), il Prof. L. G. Pocock, il cui libro in inglese, “Origine Siciliana dell’Odissea“, ho scoperto per caso nella Biblioteca Fardelliana e su cui, poi, la Coop. Editrice Antigruppo ha promosso un convegno internazionale nel luglio del ’90, concorda perfetta­mente con Samuel Butler nell’indicare nella falce di Trapani, l’antica Drepanon/Scheria/Itaca come scenario degli approdi di Odisseo. Pocock negli anni cinquanta viene a Trapani e servendosi delle carte nautiche italiane e inglesi studia coste e insenature del nostro territorio, avendo già studiato quelle del mondo greco orientale. Condivide quanto scrive Butler e colloca Scheria ad ovest del mondo greco egeo e ionico, e precisamente su una costa proietta­ta ad ovest (che nel detto caso può essere soltanto l’Italia o la Sicilia). Fa notare inoltre le parole di Alcinoo nel VII libro v. 318 dell’Odissea quando promette di dare passaggio a Odisseo anche se la sua casa è la più lontana da Eubea: “… che molti uomini dicono d’essere la terra più lontana…”. L’isola Eubea è nel mar Egeo ad est della Grecia.